Mastino Napoletano



mastino napoletano femmina


Storia

La prima testimonianza dell'esistenza di un molossoide in compagnia dell'uomo è un bassorilievo Assiro, antico di 2500 anni, che raffigura un cane di grossa mole con arti possenti e struttura leonina, con pelle che si raccoglie in pliche e pieghe sul collo e sulla testa; è tenuto da un uomo molto piccolo in materia dimensionale e porta in mano un bastone, che probabilmente vuole consapevolizzare lo spettatore riguardo al carattere dell'animale. Le prime notizie scritte riferibili alla razza sono da ricercare nelle citazioni del Canis Pugnax pesante, l'antico molosso romano impiegato nelle arene contro le belve, ma anche nella guardia alle ville di campagna. Una variante leggera veniva impiegata dalle legioni come cane da guerra, ma era un animale versatile, usato anche nella caccia alla grande selvaggina, nella conduzione delle mandrie e per la difesa personale. I romani ebbero grande importanza nella selezione della razza, incrociando i loro soggetti con i migliori molossi con i quali venivano a contatto durante le loro spedizioni, e quindi con i famosi Pugnaces Britanniae, importati dalla Britannia dai Celti e con i cani provenienti dalla Molossia, una provincia greca.Mastino napoletano All'inizio vennero impiegati nei combattimenti nelle arene e nei ludi venatorii, ma col passare dei secoli, il molosso italiano ha mantenuto il suo "posto di lavoro" al fianco di mandriani, carrettieri, cacciatori e anche briganti (celebri sono le sue rappresentazioni nei quadri settecenteschi di Bartolomeo Pinelli).
Nel susseguirsi degli anni viene attribuito a questa razza il nome "Mastino" che deriva da "massatinus", ossia guardiano della masseria.
La razza si mantenne (nelle due varianti: leggera e pesante) in forme rustiche, selezionate in base alla funzionalità nel lavoro.
Durante la prima guerra mondiale viene letteralmente decimato e ne sopravvivono solo pochi esemplari. Fu nel 1946 che il cinofilo Piero Scanziani, scrittore di professione, fece riscoprire alla cinofilia ufficiale la tipologia "pesante" di mastino; quello utilizzato essenzialmente per sorvegliare i poderi nell’entroterra.

Vale la pena di citare le parole con cui Scanziani ricorda il suo incontro con Guaglione, il capostipite dei libri genealogici del nostro mastino:


« Lo riconobbi all’istante: era uno dei cento che Paolo Emilio il Macedonico aveva portato in Roma al suo trionfo. Era il gran cane d’Epiro, figlio degli assiri, nipote dei tibetani, era il Molossus. Guaglione dall’alto dei suoi secoli, mi fissava imperturbabile, occhi non ostili e non gentili, sguardo che non dà e non chiede: rimira. Rimirava Arno, tenuto al mio guinzaglio. Arretrai ricordando D’Annunzio: molosso pronto ad azzannar senza latrato. Guaglione divenne patriarca. »
E così Scanziani riuscì a rigenerare la razza del Mastino Napoletano. Seguirono i primi passi nella cinofilia ufficiale con l’esordio all’esposizione di Napoli del 1946 quando otto Mastini vengono presentati, ma con scarso successo per la disomogeneità del tipo.
Inizialmente vennero mantenute le denominazioni "cane 'e presa", "molosso italiano", "cane mastino", "cane corso", poi attorno alla metà degli anni '60, venne stabilita (forse a seguito di pressioni da parte delle organizzazioni cinofile locali) la denominazione di "mastino napoletano".
In seguito la razza prese campo e al gruppo iniziale di allevatori partenopei, si affiancò in Toscana, e precisamente nella città di Prato, Mario Querci, con lo storico affisso di allevamento "di Ponzano", che riuscì a selezionare un tipo di cane che rispecchia l'odierno Mastino.
Questa è, raccontata in breve, l’incredibile storia del Molosso italiano che oggi è considerata una delle razze più antiche al mondo e che a mio parere dovrebbe essere tutelata al meglio considerandola un monumento vivente e parte della nostra cultura di italiani.cuccioli

(In seguito anche la variante leggera del mastino guadagnerà sempre più consensi e sarà riconosciuta ufficialmente come razza col nome di Cane Corso.)



Caratteristiche
Cane di grande taglia e mole di aspetto imponente che esprime potenza, fierezza e forza.



Carattere
Carattere forte e leale, non ingiustificatamente aggressivo o mordace; ha sempre un comportamento vigile, intelligente, nobile e maestoso.
È la razza più indicata per la difesa della proprietà. Il Mastino Napoletano è un cane da guardia al quale è possibile assegnare in custodia un qualsiasi territorio, certi che lo proteggerà e non ne varcherà mai i confini e certi che nessuno potrà mai penetrare nella sua zona di dominio. Potrebbe essere definito una "sentinella armata".
Allo stesso tempo è un cane affettuoso e struggente con le persone alle quali è affezionato, con il proprio padrone e la famiglia che lo accoglie.



STANDARD FCI

mastino napoletano profiloAltezza:
 - maschi da 65 cm a 75 cm
 - femmine  da 60 cm a 68 cm
Peso:
 - maschi da 60 kg a 70 kg
 - femmine da 50 kg a 60 kg

Tronco: superiore del 10% all’altezza del cane.
Testa e muso: testa brachicefala, massiccia, molto larga con abbondanza di pliche e rughe, che deve essere cubica e con gli assi longitudinali superiori paralleli a quelli del muso. Il muso deve essere 1/3 della lunghezza totale. La lunghezza totale della testa è pari ai 3/10 dell'altezza al garrese. Il rapporto cranio-muso è di 2 a 1.
Il cranio è largo, piatto in particolar modo fra le orecchie e leggermente convesso nella parte anteriore. Le arcate bizigomatiche sono molto pronunciate, ma con muscoli piatti. La loro larghezza è superiore alla metà della lunghezza totale della testa. I seni frontali sono molto sviluppati; la sutura metopica è marcata, l'apofisi occipitale appena accennata.
Tartufo:  sulla stessa linea della canna nasale e non deve sporgere dalla linea verticale anteriore delle labbra; deve essere voluminoso con narici grandi e ben aperte. La sua pigmentazione è in rapporto col manto: nero nei soggetti neri, scuro negli altri manti e marrone nel mantello mogano.
Labbra
: di tessuto pesante, spesso ed abbondante. Le labbra superiori, viste di fronte, determinano alla loro congiunzione una "V" rovesciata. Il profilo inferiore laterale del muso è dato dalle labbra superiori. La loro parte più bassa è la connessura labiale, con mucose visibili, poste sulla perpendicolare calata dall'angolo esterno dell'occhio.
Denti: regolarmente allineati e completi nel numero; sono ammesse chiusure a forbice o a tenaglia.
Occhi: situati in posizione subfrontale sono ben distanziati tra loro e con rime palpebrali tendenti al rotondo. Il bulbo oculare leggermente infossato e il colore dell'iride è in rapporto al colore del mantello.
Orecchie: piccole in rapporto alla mole del cane, di forma triangolare, inserite al di sopra dell'arcata zigomatica. Se integre sono piatte e aderenti alla guancia; se amputate formeranno un triangolo quasi equilatero.
Collo: superiormente è leggermente convesso, la lunghezza deve essere circa 3/10 dell’altezza al garrese. Il perimetro a metà della sua lunghezza è pari a circa 8/10 all'altezza del garrese. Il margine inferiore del collo è ricco di pelle lassa che forma una giogaia ben suddivisa, non abbondante, che inizia dalle branchie della mandibola e termina alla metà del collo.
Pelle: abbondante in tutte le parti del corpo ma non in eccesso, tranne nella parte inferiore del collo dove forma una giogaia.
Tronco: la lunghezza del tronco è superiore del 10% all'altezza del garrese. La linea superiore del dorso è retta con garrese che si presenta largo, lungo, non molto elevato.
Dorso: largo e lungo circa 1/3 dell'altezza al garrese. La regione lombare deve ben fondersi con il dorso con muscolatura ben sviluppata in larghezza. Il costato è ampio, con coste lunghe e ben cerchiate. La circonferenza del torace è di circa 1/4 superiore all'altezza del garrese.
Petto: Largo, aperto con muscoli pettorali molto sviluppati. La sua larghezza è in rapporto diretto con quella del costato e raggiunge il 40/45% dell'altezza al garrese. Il manubrio dello sterno è situato al livello della punta dell'articolazione scapolo-omerale.
Arti: sia i posteriori che gli anteriori devono essere in appiombo con ossatura robusta e sempre ben proporzionata.
Spalla: la lunghezza è di circa 3/10 dell'altezza al garrese con un'inclinazione di 50-60 gradi sull'orizzontale. La muscolatura è ben sviluppata con muscoli lunghi e ben divisi. L'angolo dell'articolazione scapolo-omerale è di 105-115 gradi.
Braccio: lunghezza circa 30% dell'altezza al garrese. La sua obliquità è di 55-60 gradi sull'orizzontale ed è fornito di rilevante muscolatura.
Gomiti: Coperti di pelle abbondante e rilassata non sono troppo serrati alla parete del costato.
Avambraccio:  lunghezza quasi uguale a quella del braccio. Si presenta in perfetta verticale con ossatura robusta e muscolatura asciutta e ben sviluppata.
Carpo: è sulla linea verticale dell'avambraccio, ben largo, asciutto e liscio.
Metacarpo: è piatto e segue la linea verticale dell'avambraccio. La sua inclinazione è di circa 70-75 gradi. La sua lunghezza è pari a circa 1/6 della lunghezza dell'arto fino al gomito.
Piede: di forma rotonda e voluminosa con dita arcuate e ben unite tra loro. I cuscinetti plantari sono asciutti, duri e ben pigmentati. Le unghie forti, ricurve e pigmentate scure.
Arti posteriori: devono essere potenti e robusti, in proporzione con la mole e tali da assicurare la dovuta spinta nel movimento.
Coscia: lunga 1/3 dell'altezza al garrese ed inclinata sull'orizzontale di circa 60 gradi. È larga con muscoli grossi e salienti, ma nettamente divisi tra loro. Il femore ed il coxale formano un angolo di 90 gradi.
Gamba: lunghezza di poco inferiore a quella della coscia ed inclinata di 50-55 gradi. Ha forte ossatura e muscolatura ben evidente.
Ginocchio: angolo femoro-rotuleo-tibiale di circa 110-115 gradi.
Garretto: molto lungo in rapporto all'ossatura della gamba, la sua lunghezza è di circa 2,5/10 dell'altezza al garrese. L'articolazione tibio-tarsica forma un angolo di 140-145 gradi
Metatarso: robusto e asciutto la sua forma è quasi cilindrica. La sua lunghezza è di circa 1/4 dell'altezza al garrese e la sua posizione è in perfetto appiombo. Eventuali speroni vanno amputati.
Muscolatura: ben sviluppata ed evidente.
Coda: robusta e con base larga; viene amputata per 1/3 della lunghezza.
Pelo: vitreo, denso; uguale di lunghezza, uniformemente liscio, fine e di lunghezza massima di cm. 1,5. Non deve presentare alcun accenno di frangia.
Colori:  i preferiti sono il grigio, il piombo ed il nero, talvolta con piccole macchie bianche al petto e alle punte delle dita, nonché il mogano, il fulvo e il fulvo cervo. Tutti i mantelli possono essere tigrati. Sono tollerati il nocciola, il tortora e l'isabella..
Andatura: è uno dei caratteri tipici della razza. Al passo è dinoccolata, lenta e da orso. Nel trotto ha una forte spinta del posteriore ed un buon allungo dell'anteriore. Raramente galoppa. Andatura preferita: passo e trotto. L'ambio è tollerato.
Difetti più ricorrenti: prognatismo, enognatismo, convergenza e divergenza degli assi cranio-facciali, canna nasale montonina, occhio bianco, macchie bianche sulla testa, altezze fuori standard, mancanza di rughe, criptorchidismo, monorchidismo.




Bibliografia
http://www.difossombrone.it
http://it.wikipedia.org
http://www.guidautile.com
http://www.agraria.it