Mastino Tibetano

do-khyi
Do Khyi
tsang-khyi
Tsang Khyi
tsang tiger
Tiger Tsang Khyi
Tsang Lion
Lion Tsang Khyi
Tsang Snow
Snow Tsang Khyi

Storia
L'origine di questa razza è avvolta nel mito. Aristotele lo considerava frutto di un incrocio tra un cane e la tigre e lo definì un lottatore terribile e indomabile. Marco Polo, che viaggiò in Asia nel 1271, ne "Il Milione" descrive questo cane (o comunque quello ritenuto il suo progenitore): "alto come un asino e potente come un leone nelle fattezze e nella voce".
È il mitico molosso del Tibet, che a sua volta avrebbe come progenitore il grosso lupo nero del tibet originato dal canis inostranzewi (oggi estinto).
Secondo alcune teorie esso non sarebbe solo il padre del Tibetan Mastiff, ma di tutti i molossoidi oggi diffusi nel mondo. Quindi il Tibetan Mastiff di oggi sarebbe, come tutti gli altri molossoidi, una ramificazione di quell'antico molosso tibetano.
Per altri studiosi invece i molossoidi avrebbero avuto origine in mesopotamia, nella zona della luna fertile; per altri ancora nella regione turca.
Un fitto mistero avvolge non solo la storia remota, ma anche quella recente del Mastino Tibetano che, allevato e selezionato per millenni sull'altopiano del Tibet dai monaci dei conventi, alla luce degli esemplari giunti in Occidente, non appare così grande ed imponente come lo descrivevano i primi viaggiatori. Secondo alcuni, tra i quali il grande orientalista italiano Prof. Vincenzo Tucci, che fu il primo ad importarne in Italia due esemplari verso il 1938, e che visitò il Nepal diverse volte senza mai incontrarvi molossi di mole straordinaria, la diversità di taglia tra quella descritta da molti esploratori del Tibet e quella dei cani che noi conosciamo sarebbe unicamente data dal fatto che i soggetti che vivono ad altissime quote sono forniti di pelo e sottopelo abbondantissimi e di folta criniera che li fanno apparire molto più imponenti di quelli che vivono ad altitudini più basse, che sono poi i cani giunti da noi.
Anche l'esploratore e viaggiatore tedesco H. von Schlagintweit sostiene di non avere mai incontrato nei suoi viaggi sull'altopiano più alto del mondo cani di dimensioni eccezionali.
Altri studiosi dissentono da questa conclusione e forti delle testimonianze di molti che sono stati in quelle terre e che ne hanno riportato notizie, affermano che sono esistiti e ancora esistono nella regione del Tibet due diverse taglie del Mastino Tibetano: una più leggera, utilizzata per la custodia e la conduzione degli animali da pascolo; ed una molto grande, impiegata nella guardia, alta oltre gli 80 cm al garrese e che poteva superare gli 80 Kg di peso.
Quest'ultima deduzione deriverebbe oltre che dai racconti fatti in tempo antico, tra i quali quello già citato di Marco Polo e prima ancora, quello di Aristotele, tutore di Alessandro Magno, anche da più recenti notizie come quelle di Samuel Turner, inviato nel 1800 dalla Compagnia delle Indie nel Tibet, che descrive questi cani come giganteschi e feroci, adibiti alla guardia delle abitazioni e degli animali.
Più tardi, verso gli ultimi decenni del XIX secolo, il viaggiatore ungherese conte Bela Szécheny di Sàrvàr-Felsövidék, ne portò un esemplare in Europa la cui mascella e’ conservata nel museo di Budapest (paragonabile a quella di un orso secondo lo Scanziani), mentre un altro soggetto fu donato alla regina Vittoria; entrambi erano poderosi ed imponenti.
Gli esploratori francesi Principe Henry d'Orleans e G. Bonvalot confermano anche loro l'esistenza di molossi giganteschi e feroci in Tibet e raccontarono che non di rado, quando gli uomini abbandonano un villaggio per recarsi a lavorare nelle campagne, affidano la custodia di donne bambini e cose al Mastino Tibetano che le difende con un coraggio ed una forza impareggiabili, tanto che pare sia sufficiente la sua sola presenza per scoraggiare animali selvatici e malintenzionati.
Sempre i viaggiatori che soggiornarono in quei villaggi, dicono che era abitudine dei mastini emettere un latrato potente e terrificante per tutta la notte, al fine di intimorire ogni avversario, tra cui il lupo, l’orso tibetano ed il lepardo delle nevi. Molti visitatori furono assolutamente impressionati da questi cani e tornando in occidente ne alimentarono la leggenda che continua ancora oggi.
Spesso di giorno questi cani dalla mitica potenza venivano legati e avvertivano con un ineguagliabile abbaio simile ad un ruggito i loro padroni qualora qualche estraneo si avvicinasse; la notte venivano slegati e guai a chi si avventurasse nel loro territorio.
Nel 1895 la signora Morrison divenuta patrona della razza scriveva a proposito di un esemplare di nome Shifoo : "era il piu grande cane mai visto, non solo in Asia ma anche in Gran Bretagna, lo vidi prima che si imbarcasse per andare come dono all’imperatore di Germania, non somigliava affatto ad un Mastiff inglese ma piuttosto ad un grande Terranova".
In tutti questi viaggiatori rimase indelebile l’immagine del Tibetan Mastiff: un cane grande, dalla forza e ferocia leonina, con ossatura pesante ed una testa impressionante simile a quella di un orso.
La verità è che nella regione del Tibet ci sono molte varianti differenti della razza: il Dzi Khyi, il Naj Khyi, il Tsang Khyi (cane eccezzionale), il Do Khyi (cane da legare), il Bhotia e il Bangara; alcuni le considerano tutte come razze a se stanti. Oggi la razza moderna del Mastino Tibetana nell’occidente è classificato come lo Tsang khyi (rari) o come Do Khyi. Per molto tempo l’allevamento europeo si è incentrato e si incentra tutt’ora sul Do Khyi (su cui fu costruto lo standard occidentale). È inutile dire che il più grosso e massiccio, il vero MastinoTibetano della leggenda è il tipo Tsang Khyi; questi cani non si trovano in Himalaya, ma nel Tibet Cinese e nell’altopiano dell’Amdo in particolare che comprende le province del Qinghai e del Gansu ad un’altitudine fra 2500-3500 metri, oppure nell’altopiano del Chattang.
Ultimamente in Europa sono stati importati brillanti esemplari di questa varieta’ (in America la selezione è già avanti da anni).
Anche l’inesperto può vedere a prima vista la differenza notevole fra le due varietà, lo Tsang Khyi ha lo scheletro più grande e massiccio, il cranio voluminoso ed è chiaramente molossoide con tutte le caratteristiche di questo tipo: pelle abbondante sulla faccia (tipo Blodhound ), giogaia; sono piu’ alti, piu’ pesanti, ma danno sempre l’impressione di movimento spazioso ed elegante.
I selezionatori cinesi apprezzano molto questo mastiff-tipo originale (Tsang Khyi) e provano a non mescolare le due varietà.
La cina sta presentando alla FCI il lavoro svolto affinchè essa riconosca lo Tsang Khyi come razza propia, che la Cina suddivide a sua volta in tre varietà: il tipo tigre, il tipo leone e il tipo bianco della neve.
In conclusione il Mastino Tibetano moderno occidentale è un ombrello per i sottotipi che dovrebbero allevarsi come razze diverse, probabilmente il Do Khyi è un imbastardimento del vero mastino tibetano, che ha ancora potenzialmente nel proprio patrimonio genetico il grande tipo Tsang Khyi.


Carattere
L'allevamento iniziato in Inghilterra col tipo iniziale Do Khyi e poi diffusosi in tutta Europa è riuscito a ridurre l'aggressività atavica che rendeva e rende ancora oggi alcuni soggetti nati nei villaggi del Tibet particolarmente duri.
Alla ferocia e alla diffidenza tipiche dei cani che vivono nell'area del tetto del mondo, si sono lentamente sostituiti riservatezza e coraggio, tanto che oggi un Mastino Tibetano può vivere senza grossi problemi a contatto con tutti i membri della famiglia. Rimane sempre un temperamento complesso ed anche un poco ombroso, che non lo rende certamente un cane adatto a tutti.
Come guardiano è naturalmente ancora molto valido ed anche mordace, tanto che, soprattutto di notte, nel territorio affidato alla sua custodia nessuno può pensare di entrare impunemente senza il permesso del padrone perché ciò potrebbe risultare molto pericoloso per l'incauto intruso.
Con gli amici è generalmente tollerante, anche se non ama concedere troppa confidenza, che riserva però al suo padrone che ama con discrezione ma intensamente.
Lo standard occidentale dice che il Tibetan Mastiff è "diffidente e protettivo". Per capire la personalità della razza è necessario guardare la sua storia e apprezzare come questo cane è stato usato per secoli in Tibet. La vita moderna non può essere assolutamente paragonata con la vita in Tibet. L'istinto non può essere cancellato con poche generazioni e questo fatto deve essere preso in considerazione. Tuttavia, con un addestramento sensibile e un proprietario comprensivo, il Mastino Tibetano può diventare un compagno di vita meraviglioso, ma la dedizione del proprietario a questo cane sarà assolutamente necessaria.
È un cane molto adattabile, ma ha bisogno della guida umana per aiutarlo a comprendere il nostro stile di vita e ad abbandonare quello dei suoi antenati. Questo è comunque un problema in gran parte risolto nel caso in cui il cucciolo che farà parte della vostra famiglia provenisse da una progenie "europea" già da più generazioni, la selezione del Do Khyi ha perso in parte l’aggresività e la forza leggendarie, qualità che per fortuna sono ancora mantenute dal tipo Tsang Khyi se di buona provenienza.
Purtroppo la persecuzione del governo cinese nei confronti del popolo tibetano sta mettendo a rischio gli ultimi veri esemplari di questa razza tra i nomadi tibetani. Allevatori ignoranti ed incompetenti hanno fatto in molti casi della varietà più leggera un cane da esposizione, privato irragionevolmente dei suoi istinti atavici.
L'istinto di guardia della razza è alto e deve essere tenuto sotto controllo. Molti proprietari di Tibetan Mastiff hanno notato quanto i loro cani amino i bambini (anche non appartenenti alla famiglia); questo perché i loro antenati venivano lasciati nelle case a controllare mogli e bambini quando i mariti erano a molte miglia di distanza a lavorare le terre. Oggi, in una situazione domestica, il Mastino Tibetano è un cane estremamente tollerante e paziente, specialmente con i bambini. In ogni caso, come in ogni razza, la supervisone di un adulto è essenziale. In casa egli sceglierà un angolo tranquillo dove può controllare tutto ciò che accade intorno a lui. Con il suo proprietario forma un legame molto forte ed è facile considerare il cane un altro membro della famiglia. Questa razza ha bisogno di compagnia e non gli si deve permettere di annoiarsi. L'istinto della caccia non è forte nel Tibetan Mastiff, così per lui non è divertente correre e catturare animali, ma preferisce stare a casa con persone, animali e cose che gli sono famigliari, insomma tutto ciò che può proteggere.
Nelle mani sbagliate può essere pericoloso sia con gli esseri umani che con altri animali; è quindi necessario, come in tutte le razze di grossa taglia, che sia cresciuto in modo corretto.
Il maschio e la femmina sono molto simili nel temperamento ed effettuano ugualmente bene il loro lavoro.
Il Cucciolo di Tibetan legherà presto con qualsiasi altro animale o bestiam, è importante che il padrone sia amorevole, ma metta in chiaro che è lui il capo branco.
Cane rustico, mangia meno rispetto ad altri cani della sua mole, sopporta benissimo le intemperie e dorme nella neve senza alcun problema.
È dotato di un buon abbaio, ha una voce profonda e unica, simile ad un gong di rame. Abbaia soprattutto di notte, a volte se non si abita in zone isolate, può essere necessario metterlo in casa.
Il Mastino Tibetano ha una crescita molto lenta, il maschio raggiunge la piena maturazione e il peso finale a 4 anni, la femmina a 2 e mezzo.
In questi periodi il cane raggiunge pienamente la sua massa e la sua circonferenza toracica, sono assolutamente da evitare integratori di calcio che potrebbe favorire la saldatura delle epifisi e quindi impedire il raggiungimento ideale dell’altezza. La femmina raggiunge l’altezza finale a 9 mesi, Il maschio nei primi 10 mesi raggiunge il 95% dell'altezza al garrese, ma fino ai venti mesi si ha la possibilità di prendere ancora 2 o 3 cm.
È un cane rustico e ancestrale, la femmina ha (come i lupi) un solo calore all’anno.
Il vero Mastino Tibetano ( non certi esemplari che si vedono in molte mostre europee che sono un insulto alla razza) è un cane fortemente dominante; il maschio è padrone del suo territorio e non accetta un pari che lo metta in subordinazione. Se l’altro cane crescerà da cucciolo insieme a lui e accetterà la sua dominanza allora potranno convivere, altrimenti saranno dolori; talvolta anche alcune femmine possono trovare difficoltà tra di loro.



STANDARD FCI

Testa e cranio
Abbastanza larga, forte e robusta. Cranio massiccio con occipite e stop fortemente definiti. La lunghezza del cranio dall'occipite allo stop è equivalente a quella del muso dallo stop all'estremità del tartufo, ma la canna nasale può anche essere appena più corta.
Muso abbastanza largo, bello pieno e quadrato osservato da ogni lato. Tartufo grosso, ben pigmentato e narici ben aperte. Labbra ben sviluppate moderatamente pendenti.
Qualche corrugamento nella testa, in età matura , si estende da sopra gli occhi fin sotto l'angolo della bocca.

Occhi
Molto espressivi, di media dimensione, qualche sfumatura di marrone. Ben distanziati, ovali e leggermente inlinati.

Orecchie
Di media grandezza, triangolari, pendenti, portate basse, ricadenti in avanti e appoggiate alla testa. Rialzate quando in attenzione. Coperte con pelo morbido e corto.

Dentatura
Chiusura a forbice. Forte mascella con dentatura perfetta, regolare e completa. Gli incisivi superiori ricoprono gli inferiori a stretto contatto e sono collocati in squadra alle mascelle. Chiusura a tenaglia accettata. Essenziale che la dentizione aderisca ermeticamente per mantenere la forma squadrata del muso , canini particolarmente sviluppati.

Collo
Forte, muscoloso, arcuato. Giogaia non eccessiva. Avvolto da una fitta criniera irsuta.

Anteriori
Spalle ben disposte, muscolose, con forte ossatura. Zampe dritte con pasturali forti e un po' obliqui; ben coperte da pelo fitto.

Corpo
Forte, con schiena dritta e muscolosa, groppa quasi impercettibile. Torace piuttosto profondo di moderata larghezza, con costole ragionevolmente piegate a dare alla cassa toracica una forma a cuore. Lo sterno discende sotto i gomiti. La lunghezza del corpo è leggermente superiore all'altezza del garrese.

Posteriori
Potenti, muscolosi, con buone angolazioni e grasselle ben inclinate, garretti solidi e ben discesi. Posteriori, visti da dietro, paralleli. L'asportazione degli speroni (singoli o doppi) è facoltativa.

Piedi
Abbastanza grandi, forti e compatti. Piedi da gatto ben provvisti di pelo fra le dita.

Coda
Di lunghezza media, non supera il garretto. Attaccata alta sulla linea del dorso. Arricciata sul dorso da un lato ( coda a pennacchio). Ben fornita di pelo.

Andatura e movimento

Potente, sempre leggera ed elastica. In velocità tende ad avvicinare gli arti al piano mediano (single-track). Quando cammina appare lento e molto cauto.

Pelo
Nel maschio è notevolmente più presente che nella femmina. La qualità è di miglior importanza della quantità. Principalmente abbastanza lungo, folto, con fitto sottopelo nella stagione fredda che si dirada nei mesi più caldi. Pelo fine ma duro, dritto e separato. Mai leggero, riccio o ondulato. Il fitto sottopelo, quando è presente, è piuttosto lanoso. Collo e spalle hanno pelo abbondante dando un'apparenza di criniera. Coda folta, densamente coperta; cosce ben coperte in ogni loro parte. Il suo pelo è anallergico.

Colori
Nero intenso, nero focato, marrone, varie sfumature dell'oro, varie sfumature di grigio, anche grigio con macchie dorate. La focatura va da una sfumatura molto intensa ad un colore più chiaro. E' ammessa la stella bianca sul petto; sono accettate picole parti bianche nelle zampe. Le focature appaiono sopra gli occhi, nella parte interna degli arti ed all'estremità della coda…(come detto in tibet si trovano anche tibetan bianchi attualmente non riconosciuti dallo standard FCI).

Taglia
Altezza minima al garrese per i maschi 66 cm, femmine 61 cm.
Peso medio per i maschi 65 Kg, 55 per le femmine.


Bibliografia
http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=97630