Mastino Abruzzese



Mastino Abruzzese



Storia

L'ENCI non annovera il Mastino Abruzzese tra le razze canine ufficiali, avendo accettato nel 1958 la fusione del Pastore Maremmano e del Pastore Abruzzese nel Pastore Maremmano-Abruzzese.
Con il nome di Mastino Abruzzese viene tuttora designato (non soltanto in Abruzzo bensì anche in Molise, in Puglia ed in Basilicata), un cane di taglia grande, di manto bianco dalla composizione e dalla tessitura particolari, di spiccato istinto protettivo del bestiame domestico, soggetto da secoli a selezione naturale massale.
Discende dal canis pastoralis o canis pecuarius degli antichi Romani, i quali riuscirono a selezionare esemplari dal mantello candido e dalla corporatura imponente, vigorosi ed agili ad un tempo. Si può ragionevolmente desumere che l'estendersi del dominio di Roma, tra il IV ed il III secolo avanti Cristo, al Sannio, alla Puglia ed alla Magna Grecia e, successivamente, nel II secolo a.C., alla Macedonia ed alla Grecia, abbia reso possibile l'incontro dei canes pastorales latini con cani da guardia italici (umbri e marsi e sanniti soprattutto), calabro-salentini, epirotici (atamani e molossi, rispettivamente della parte meridionale e di quella orientale dell'Epiro) e laconici, talché il canis pecuarius descritto da Varrone e da Columella nel I secolo a.C. può essere immaginato come risultante da incroci con razze assai rinomate, in quell'epoca, per la custodia del bestiame domestico.
Risalgono al Medio Evo i primi esempi di uso, nella letteratura italiana, dei termini "mastino" e "maschino" per indicare il cane discendente dal pecuarius italico-romano.
Nel Vocabolario degli Accademici della Crusca (Venezia, 1612) il mastino è definito: Spezie di cane, che tengono i pecorai a guardia del loro bestiame.
Il Mastino Abruzzese fu, tra il XV e il XIX secolo, il cane tipico della Regione dei tratturi - macroregione del Regno di Napoli comprendente per intero gli odierni Abruzzo, Molise e Puglia, più alcune aree della Campania e della basilicata - nella quale aveva svolgimento la grande transumanza regolata dalla Dogana della Mena delle pecore in Puglia con sede a Foggia.
Oggi, il Mastino Abruzzese in purezza può essere frequentemente avvistato, a fine primavera ed in estate sui gioghi montuosi e sugli altipiani dell’Italia meridionale e di quella centrale, in autunno, inverno ed inizio primavera sulle pianure del Foggiano e del Metapontino, nonché, più sporadicamente, nella Campagna di Roma e nella Tuscia Romana (provincia di Viterbo).
Nella Maremma (provincia di Grosseto), dall’unità d’Italia (1860) fino ai giorni nostri, sono stati introdotti numerosi mastini abruzzesi puri allo scopo di modificare la morfologia degli eterogenei cani da guardia locali per migliorarne le prestazioni nella custodia del bestiame. Perciò l’attuale Pastore Maremmano-Abruzzese può essere definito sia dal punto di vista storico, sia da quello genetico come un derivato dal Mastino d’Abruzzo.



Caratteristiche
Testa grande, larga, asciutta e forte, con occhi obliqui ben distanti l'uno dall'altro, dallo sguardo ardente e determinato.
Il collo poderoso, circondato nei maschi adulti, tra la fronte ed il garrese, da una sorta di manicotto composto da peli folti, omogenei, lunghi e sinuosi.
Gli arti giustamente proporzionati al tronco e correttamente conformati.
I piedi ampi, dalle dita ben divaricate e la coda mobile messaggera dei sentimenti dell'animale.
Sono queste le qualità che rendono il mastino abruzzese un attraente eppur temibile ausiliare del pecoraio e del mandriano.



Carattere
Il Mastino Abruzzese impressiona ancora oggi, mentre svolge la sua funzione di guardiano del bestiame, per il suo aspetto selvatico, per il suo incedere lento e maestoso, quasi leonino (che lascia indovinare la presenza, sotto l'irsuto mantello bianco latte, di una muscolatura e di un'ossatura formidabili), per il suo contegno in apparenza schivo, in realtà sempre vigile, e per l'attaccamento istintivo al gregge od alla mandria affidati alla sua custodia.





STANDARD
(Standard FCI del Pastore Maremmano-Abruzzese)

Mastino AbruzzeseAltezza:
 - maschi da 65 cm a 73 cm
 - femmine  da 60 cm a 68 cm
Peso:
 - maschi da 35 a 45 kg
 - femmine da 30 a 40 kg
Tronco: la sua lunghezza è pari a 1/18 in più dell’altezza al garrese ed è molto forte nella costruzione.
Testa e muso: nell’insieme la testa è piatta e ampia e conica. Il cranio è molto largo orizzontalmente con le pareti laterali convesse con gli assi longitudinali superiori leggermente divergenti rispetto a quelli del muso. Il muso ha lunghezza inferiore di 1/10 rispetto alla testa.
Tartufo: è sulla stessa linea della canna nasale, molto grande e pigmentato di nero.
Denti: completi nello sviluppo e nel numero. Presentano una chiusura a forbice.
Collo: molto voluminoso.
Pelle: aderente al corpo in tutte le sue parti.
Arti: con appiombi corretti sia davanti che di lato. Ben proporzionati con la struttura del tronco e con buona robustezza ed ossatura.
Spalla: lunga circa 1/4 dell’altezza al garrese. La sua inclinazione deve essere di 50-60 gradi rispetto al piano orizzontale. Deve essere forte e con una eccellente muscolatura.
Muscolatura: potente e ben sviluppata in ogni parte del corpo.
Linea superiore: rettilinea verso la groppa.
Coda: attaccatura bassa e oltrepassa il garretto in lunghezza. Deve essere ben guarnita di pelo.
Proporzioni: Lunghezza della testa è uguale ai 4/10 dell’altezza; lunghezza del tronco è superiore all’altezza di 1/18; l’altezza del costato è circa metà dell’altezza al garrese.
Pelo: molto abbondante e lungo. Si tollera una lieve ondulazione. E’ lungo in tutto il corpo tranne che sul muso e sulle orecchie. Il pelo è l’aspetto che caratterizza questa razza.
Colori ammessi: solo il bianco uniforme. Tollerate alcune sfumature.
Difetti più ricorrenti: assi cranio-facciali convergenti, prognatismo, coda portata sul dorso, misure fuori standard, ambio, tartufo depigmentato, canna nasale montonina, enognatismo, mantello isabella, pelo ricciuto, sfumature nere, anurismo, monorchidismo, criptorchidismo.




Bibliografia
http://www.agraria.it